<<Per essere soddisfatti, dovete sentire che il vostro lavoro vi fa crescere. E qui sta il punto: la gente tende a gravitare verso certe professioni, e a restarvi incollata, semplicemente perché le svolge bene. Chi eccelle in letteratura entra nell’editoria. Chi eccelle in matematica va a lavorare in borsa. (…) Ma l’attitudine non sempre coincide con la passione. (…) Non limitatevi a chiedervi: ho le adeguate capacità per farlo? Chiedetevi invece: Mi gusterò la sfida di acquisirne di nuove? Il mio lavoro mi apre delle porte? Per quanto contraddittorio possa sembrare, potete star certi che il lavoro che fate è quello giusto per voi se potenzialmente è in grado di portarvi verso un altro lavoro in un contesto diverso. Questo perché le carriere, per definizione, non sono mai prive di sbocchi futuri. Sono contenitori di opportunità che portano ad altre opportunità.>>
Suzy Welch
L’aforisma di oggi è tratto dal libro 10-10-10: 10 minuti 10 mesi 10 anni, che ho recensito in questo articolo.
Il lavoro come “contenitore di opportunità che porta ad altre opportunità” è una frase a mio parere bellissima. Pensaci: in un’epoca dove il cambiamento è veloce, continuo ed inevitabile, forse non dovremmo più pensare al lavoro come qualcosa di statico, di tecnico, di dato: non solo perché la nostra generazione, con ottima probabilità, non farà lo stesso lavoro per tutta la vita come i nostri avi, ma anche perché, in un’epoca di progresso tecnologico come la nostra, chi si ferma è perduto, è indispensabile acquisire sempre nuove conoscenze e competenze. Se nella vita non si finisce mai di imparare e la vita stessa è un processo di apprendimento continuo, da quando siamo bambini, perché il lavoro non dovrebbe essere una tappa di apprendimento come molte altre?
Chiuso un lavoro, si apre una finestra di opportunità
Il concetto di lavoro come “contenitore di opportunità che porta ad altre opportunità” può anche servire a dare una nuova valutazione cognitiva ovvero a reinterpretare positivamente esperienze purtroppo molto frequenti ai giorni nostri, come la perdita del lavoro.
Più o meno 6 anni fa, ho perso il lavoro: a posteriori posso dire che è stata una delle esperienze migliori della mia vita: non solo perché la perdita di quel lavoro mi ha aperto una nuova finestra di opportunità, consentendomi di iniziare un’attività imprenditoriale che cresce ogni anno e che mi dà grandi soddisfazioni, ma anche perché, pur non essendo un lavoro “cucito su di me” mi ha dato delle opportunità in termini di competenze, esperienze, che sono sicuro mi siano state utili nella mia attuale attività.
Ecco allora che i lavori, come tutte le altre esperienze, anche se non positive, possono essere viste come “finestre di opportunità”, come steps che la vita ci mette di fronte per innalzarci a un livello superiore.
C’è un proverbio che dice: “chiusa una porta, si apre un portone”: invece di soffermarci sulla porta che si è chiusa, focalizziamoci sul portone di opportunità che si è aperto.
Il tuo lavoro contiene delle opportunità per il tuo futuro?
A volte, anche nel lavoro, ci adeguiamo alla nostra zona di comfort: magari svolgiamo un lavoro che non ci piace, solo per portare a casa la pagnotta, oppure svolgiamo un lavoro che ci piace ma ci stiamo fossilizzando in attività facili, che però non ci danno opportunità di crescita. Nulla di male a portare a casa la pagnotta, né a indugiare nella propria zona di comfort J però vedere il proprio lavoro come un potenziale “contenitore di opportunità” ci può far riflettere su di esso e valutare se cambiarlo o come farlo diventare una fonte di opportunità per il proprio futuro, non solo lavorativo, ma anche personale.
Il tuo lavoro è un contenitore di opportunità? Parliamone nei commenti! Se l’articolo ti è piaciuto non dimenticare di condividerlo sui tuoi social preferiti.
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