Quando pensi a un’immagine che sia rappresentativa della vita e dell’universo, spesso si pensa, come avviene nella Cabala, all’albero. Un albero può costituire una metafora efficace della vita, forse perchè le radici, il tronco, i rami, le foglie e i suoi frutti evocano il percorso di crescita ed evoluzione di ognuno di noi.

Tuttavia, se ci pensi bene, la tipologia di albero che forse più assomiglia al nostro percorso vitale è quella del bonsai.

Immagino tu conosca i bonsai, i piccoli e graziosi alberi in miniatura solitamente contenuti all’interno di vasi. In realtà “bonsai” è il nome di una tecnica, il cui scopo è riprodurre la natura in piccole dimensioni, spesso all’interno di un vaso.

Bene, per rendere la pianta più forte e adatta a sopravvivere negli spazi desiderati, si procede a un processo di potatura che coinvolge spesso le radici ridondanti e i rami, al fine di raggiungere la forma e l’armonia desiderata.

Hai capito? Il bonsai sopravvive, si evolve all’interno del suo spazio e trova la sua armonia e forma ideale (quella che noi vogliamo dargli) proprio perchè taglia le radici divenute ingombranti rispetto al nuovo spazio e i rami oramai secchi, morti o che non rientrano nella forma che vogliamo dare all’albero.

Non trovi che il processo di potatura del bonsai assomigli a un processo che dovremmo effettuare un pò più spesso anche nella nostra vita? Ci impegniamo ogni giorno a dare una certa forma alla nostra vita, a raggiungere un’armonia, ma per riuscirci veramente forse è necessaria talvolta procedere a una potatura, una pulizia delle radici del passato divenute oramai troppo ingombranti rispetto alla vita che vogliamo vivere e ai rami divenuti ormai secchi, o addirittura morti, o vivi ma che vanno in una direzione che non è quella che vogliamo prendere.

Quali sono le radici ingombranti e i rami secchi nella tua vita?

Tutti noi abbiamo un passato, un trascorso, che nel bene e nel male, ci ha portato ad essere quel che siamo. Ma a volte questo trascorso, in forma di persone, esperienze, ricordi o convinzioni, ci radica troppo a uno stile di vita che non ci rappresenta più.

Riprendendo l’analogia del bonsai, questo passato sono le radici ingombranti, quelle che sforano rispetto alla forma che desideriamo, compromettendo l’armonia del tutto.

Non solo: come nell’albero la linfa nutre tutte le parti, quelle vive e quelle secche, così nella nostra vita talvolta impieghiamo tempo ed energie per nutrire non solo le parti che ci rendono felici, ci realizzano e ci danno piacere, ma anche relazioni tossiche o esaurite, convinzioni inattuali e abitudini dannose.

Quali sono le radici ingombranti della tua vita da potare?

Potrebbero essere un lavoro che svolgi da lungo tempo, radicato, ma che oramai non sta più nei tuoi panni, una persona che appartiene al tuo passato, o semplicemente una convinzione, un’immagine di te stesso che ti porti dietro da tanto tempo ma in cui non ti senti più rappresentato.

Ma attenzione: il processo di potatura non coinvolge solo le radici, ma anche i rami.

Cosa rappresentano i rami nella nostra vita? Forse certe relazioni, attività, che sono nate più di recente rispetto alle radici ma sono cresciute. Tuttavia forse non danno più frutti, perchè sono secchi, o morti, o semplicemente hanno preso troppo spazio rispetto a quello che vuoi nella tua vita.

Quali sono i rami secchi nella tua vita da potare?

Anche qui potrebbero essere delle relazioni, delle persone, delle attività o delle cattive abitudini e anche qui come nelle radici ingombranti la loro potatura è indispensabile all’armonia e alla forma che vogliamo dare alla nostra vita.

Come procedere alla potatura  e vivere in armonia

Bene, a questo punto come possiamo procedere alla potatura delle radici del passato divenute ingombranti e ai rami ormai secchi?

Il primo passo è individuarli.

Pensaci: cosa c’è nella tua vita a cui dedichi tempo ed energie senza riceverne piacere, senza volerlo veramente, solo per dovere o abitudine?

Possono essere relazioni portate avanti per inerzia, attività che non vuoi lasciare solo perchè le hai iniziate tanto tempo fa ma che non portano risultati nè piacere, abitudini dannose, che porti avanti in quanto abitudini.

Un buon modo per individuarle è la metafora del conto corrente emozionale di Stephen Covey, autore di le Le sette regole per avere successo.

Il conto corrente emozionale

Secondo la metafora del conto corrente emozionale i nostri rapporti con le persone sono regolati con un conto corrente: ci sono dei versamenti e dei prelievi.

E’ chiaro che se in una relazione, ma potremmo anche dire in un’attività, un hobby, un lavoro, ci sono più prelievi che versamenti, prima o poi il conto va in rosso.

E se va in rosso, significa che è fallito, finito.

Se pensiamo ai versamenti alle volte che un’attività, una persona ci ha dato soddisfazioni, piacere e ai prelievi a quando ne ha tolto, capiremo subito quali sono i rami secchi e le radici ingombranti della nostra vita.

Tagliare i rami secchi può essere difficile e doloroso: ma quanto piacere, quanta linfa vitale ne può venire per le attività, le persone che veramente ci danno piacere e che meritano più linfa, energie e tempo dei rami secchi e delle radici divenute oramai ingombranti?

 

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